il *Lavoro* nei campi

 
per una legge contro lo sfruttamento della manodopera.



Gli Ortisti di fronte alle ingiustizie si indignano e si impegnano!

Si indignano e si impegnano!!!

Indignazione 

La campagna “Stop al caporalato” è nata proprio dall'indignazione nel vedere che nel nostro paese civile esistono fenomeni di schiavizzazione dei lavoratori. Cosa grave è anche il fatto che non esiste una legge e quindi una sanzione che permetta il contrasto e la punizione di un reato che ad oggi non è riconosciuto nella sua specificità. La conseguenza è la sofferenza di migliaia di persone e l'immagine un po' meno civile che ne risulta del nostro paese.

Impegno

L'impegno ce lo possiamo mettere tutti noi seguendo la campagna che è nata in seno alle due sigle della CGIL che rappresentano i lavoratori dei settori in cui il fenomeno del caporalato è più frequente, ovvero: la FLAI per l'agroindustria e la FILLEA per l'edilizia.

Il caporalato

È molto probabile che quando si parla di caporalato vengano in mente gli episodi di Sarno, o i raccoglitori di pomodori della Puglia. Purtroppo però la realtà è ben più grave, perché è estesa in tutta la penisola. Non solo, nella nostra civilissima Toscana  alcune sue città sono quelle dove il fenomeno è più presente in Italia!

I caporali sono quelli che reclutano o fanno reclutare la forza lavoro lungo le strade o in certi punti dei paesi o città stabiliti dagli sfruttatori per raccogliere chi è disposto a prestare la propria manovalanza. Una volta reclutati i lavoratori si ritrovano “nelle mani” di aguzzini che, in barba ai contratti e i diritti dei lavoratori, possono decidere le regole, gli stipendi, gli orari, i luoghi di lavoro, e tutto quanto concerne la libertà dei lavoratori. Non solo: il lavoratore deve pagare un “biglietto” per farsi trasportare dal luogo di reclutamento a quello di lavoro e lasciare una percentuale del prorpio stipendio al caporale, come se questo fosse un benefattore. Chi ha subito lo sfruttamento ci ha raccontano di violenze, torture e occultamenti di cadaveri (morti bianche) per evitare che potesse emergere quanto accade nelle nostre campagne.
Per non parlare delle condizioni di vita tragiche e umilianti di questi "nuovi schiavi", costretti a vivere in alloggi fatiscenti e privati di ogni condizione minima di igene e dignità.
Come possiamo rimanere indifferenti di fronte a questi racconti?!!!

Cosa fare

Infatti non chiediamo solo di firmare la petizione per una legge su questo tipo di sfruttamento, chiediamo di non rimanere indifferenti attraverso un attento monitoraggio di quel che succede vicino a noi. Quando siamo testimoni di reclutamento di persone in strada o nelle piazze denunciamo il reato. Lo possiamo fare tramite le forze di pubblica sicurezza o se sei lavoratore rivolgendoti alla sigla sindacale della CGIL alla quale appartieni.



« "O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza". »
(dalla Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI, 112 – 120)


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